giovedì 23 ottobre 2014

Sodoma, Gomorra, ed un bifobico


L'articolo [1] è stato pubblicato nel sito inglese del più diffuso giornale israeliano (Yedi'ot Acharonot = Ultime Notizie; di centro), e nel colofon è scritto che il suo autore, Rafael Castro, ha studiato a Yale, all'Università Ebraica di Gerusalemme, ed in alcune yeshivot a Bnei Brak e Gerusalemme.

Secondo me, però, l'organizzazione ebraico-LGBT-americana A Wider Bridge ha sbagliato a citare l'articolo senza criticarlo.

Di solito preferisco citare o tradurre i brani più significativi degli articoli che critico - ma per non far torto all'autore dovrei tradurre i due terzi del suo articolo, per cui mi limito a riassumerlo - il link all'originale ce l'avete comunque.

L'autore comincia osservando che, se l'autore di Levitico 18:22
E con un maschio non devi usare il concubito di (uomo con) donna: ell’è cosa abbominevole. (Traduzione di Samuel David Luzzatto, detto Shadal, 1872 - qui ci sono delle traduzioni cristiane)
avesse voluto condannare il comportamento omosessuale tout court, non avrebbe avuto bisogno di aggiungere alle parole "lo tishkav" (Shadal traduce "non devi usare il cuncubito", ma letteralmente è "non giacerai") la locuzione "mishkevei ishshà" ("il cuncubito di [uomo con] donna", traduce bene Shadal) perché il verbo "shakhav" ("giacere") viene usato anche altrove nella Bibbia con significato sessuale, e quindi l'aggiunta sarebbe stata pleonastica.

Se l'autore biblico ha voluto precisare, occorre chiedersi perché; rav Steven Greenberg, John J. McNeill (ex-gesuita), ed altri ritengono che fosse un'allusione ai culti cananei della fertilità, in cui si praticava la prostituzione sacra, sia femminile che maschile, ed in cui il prostituto sacro (qaddesh) si offriva ai fedeli vestito da donna.

Non è questa però l'interpretazione che propugna Rafael Castro. Per lui la precisazione significa che una persona non deve frequentare sessualmente i maschi e le donne insieme - quindi è contro la bisessualità, non contro l'omosessualità.

Aggiungiamo il divieto di rapporti sessuali prematrimoniali e di adulterio imposto dalla religione ebraica, e scopriamo che, nell'interpretazione di Rafael Castro, l'autore biblico non ha niente contro le relazioni omosessuali monogame, ma ha molto da dire contro la promiscuità, specialmente se bisessuale.

Per sostenere la sua tesi, Castro cita perfino l'episodio biblico di Sodoma e Gomorra, che gli ebrei non ricollegano al divieto di comportamenti omosessuali (ne riparlo poi): secondo lui, quanto Lot in Genesi 19:7-8 disse agli abitanti di Sodoma:
7 E disse: Deh! miei fratelli, non commettete una rea azione. 
8 Ecco io ho due figliuole, che non han conosciuto uomo: lasciate ch’io le dia fuori a voi, e trattatele come v’aggrada. Però a questi uomini non fate cosa alcuna, poscia che son venuti sotto l’ombra del mio tetto. (Trad. Shadal, 1872; traduzioni cristiane)
mostrava che egli sapeva che erano bisessuali, perché altrimenti lui avrebbe offerto loro i suoi figli maschi, oppure se stesso.

Non mi convince però l'interpretazione di Rafael Castro. L'interpretazione ebraica costante dell'episodio viene ribadita dall'inciso (evidenziato da me in corsivo) che Shadal appone alla sua traduzione di Genesi 19:9, cioè la risposta degli abitanti di Sodoma alla proposta di Lot:
9 Ed essi dissero: Va via! E soggiunsero: Vedi! uno che è venuto qui forastiere, osa pronunziare giudizi [censurando una misura da noi adottata per tener lontani i forastieri]. Ebbene, vogliam fare del male a te più che ad essi. Fecero grande insistenza contro l’uomo, Lot cioè, e si accostarono per romper l’uscio. (Shadal, 1872 - trad. cristiane).
Che la preoccupazione dei sodomiti fosse il non dividere la propria ricchezza con alcuno, ed il loro peccato il non voler ospitare nessuno non lo dicono solo i rabbini d'oggi - lo dice un passo della Bibbia ebraica (che devo citare in traduzione cristiana, perché non ho a disposizione una traduzione ebraica fuori diritti, cioè per cui non si debbano pagare i diritti d'autore), Ezechiele 16:49:
Ecco, questa fu l'iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane, e nell'ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero. (Nuova Riveduta)
Ulteriore testimonianza ce la dà lo stesso fondatore del cristianesimo, Gesù, in un logion riportato da due Vangeli, e quindi ritenuto autentico. 

In Matteo 10:11-15 (Nuova Riveduta):
11 In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete. 
12 Quando entrerete nella casa, salutate. 
13 Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi. 
14 Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. 
15 In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.
In Luca 10:5-12 (Nuova Riveduta):
05 In qualunque casa entriate, dite prima: "Pace a questa casa!" 
06 Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi. 
07 Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa. 
08 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, 
09 guarite i malati che ci saranno e dite loro: "Il regno di Dio si è avvicinato a voi". 
10 Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 
11 "Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi". 
12 Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città.
Se il peccato di Sodoma e Gomorra fosse stato l'omosessualità o la bisessualità, il paragone di Gesù sarebbe stato di scarso valore retorico; ma se il peccato era la mancanza di ospitalità, ecco che diventa appropriatissimo e retoricamente efficace.

Rafael Castro non vuole smentire quest'interpretazione, ma non tiene conto di quello che i suoi correligionari avevano capito almeno dai tempi di Ezechiele (622-570 AEV): il mobbing (questo è quello di cui sono accusati gli abitanti di Sodoma e Gomorra, anche se la parola non era conosciuta nei tempi biblici) si esprime nei casi peggiori anche sotto forma di molestie e violenze sessuali, che non hanno per scopo il piacere, non hanno per scopo l'iniziare e consolidare una relazione intima, ma solo l'umiliazione della vittima, e perciò non hanno niente a che fare con l'orientamento sessuale di chi le pratica.

È noto che gli antichi romani sodomizzavano i nemici vinti - ma non incaricavano di questo i soldati più "gay": lo facevano tutti, anche quelli che avrebbero preferito violentare una donna anziché un uomo.

Il discorso di Lot agli abitanti di Sodoma e Gomorra secondo me ha un altro significato: sia la Bibbia che letteratura rabbinica dicono che gli abitanti di Sodoma e Gomorra erano spaventosamente attaccati al denaro.

Si sarebbero dovuti perciò rendere immediatamente conto che, se un padre di famiglia offriva loro due figlie vergini, egli non offriva i loro servizi sessuali (c'erano sicuramente prostitute e prostituti a Sodoma, e Lot avrebbe potuto dire: "Andateci a letto, pagherò le marchette domattina"), ma offriva la loro cospicua dote e la vantaggiosa parentela (nel caso di Lot, con la stirpe di Abramo) ai due maschi dominanti del gruppo che le avessero difese dagli altri e le avessero impalmate!

Nessun abitante di Sodoma avrebbe sciupato due "cose" preziose come le due figlie vergini di un uomo ricco, potente ed ammanigliato (suo zio era Abramo, l'amico di Dio [Isaia 41:8]) facendone un uso improprio, ovvero trattandole come zoccole. Sarebbe stato come usare una Rolls Royce per trasportare calce, mattoni e legname da costruzione!

Poteva stare tranquillo, Lot: il peggio che poteva capitare alle figlie era di trovare marito.

Inoltre, è notevole il fatto che, in una società in cui le donne dovevano procreare il più possibile ("Moltiplicherò assai i tuoi travagli e le tue gravidanze", Genesi 3:16), e quindi le ragazze venivano fidanzate non appena avevano il menarca, queste due figlie vergini fossero rimaste con il padre Lot, e questi non le avesse promesse ad alcuno (se fossero state fidanzate, egli non avrebbe potuto offrirle come fece).

Probabilmente Lot non voleva imparentarsi con gli abitanti di Sodoma, ma la gravità del momento superava ogni altra considerazione; perché Lot non voleva? Perché gli abitanti di Sodoma hanno rifiutato?

Perché la legge di Lot era diversa da quella di Sodoma, e gli abitanti di Sodoma non volevano essere giudicati in base ad essa (nel citato passo di Genesi 19:9 rinfacciano infatti a Lot di volerli giudicare, pur essendo uno straniero) - come sarebbe accaduto se si fossero imparentati con Lot, perché Lot avrebbe preteso che i futuri generi e tutti i loro parenti maschi si circoncidessero (confronta Genesi 34:14-17).

Lot offriva loro non solo la prosperità, ma anche la salvezza. Suo zio Abramo aveva cercato di salvare Sodoma e Gomorra esigendo da Dio che ci fossero meno di dieci giusti tra gli abitanti, come condizione per sterminarli (Genesi 18:10); Lot cercava ora di convincerli a cambiare la loro legge con la sua, offrendo la prosperità a cui tenevano tanto, perché della salvezza non sapevano che farsene.

Lot è stato degno di suo zio Abramo nell'offrire la salvezza agli abitanti di Sodoma, e questo, forse, non solo l'aver difeso gli angeli del Signore, l'ha meritata a lui ed alla sua famiglia.

Non che Lot fosse uno specchio di virtù (infatti consumerà poi incesto con le figlie), ma la sua condotta fu sufficiente per salvarlo, al contrario degli abitanti di Sodoma e Gomorra, rei di cosa ben peggiore di un peccato di sesso con persone adulte e consenzienti (anzi, seducenti).

Un'altra cosa che mi stupisce dell'articolo di Rafael Castro è che, anche se posso capire che uno sia bifobico, nessuno dei suoi amici, compagni di studio, di militanza, eccetera, gli ha fatto notare che non serve a niente togliere la condanna dagli omosessuali per porla sui bisessuali. La Torah rimane un testo oppressivo comunque, e nessuno si può consolare perché l'oppresso è un'altra persona.

Inoltre, Rafael Castro scrive (è l'unico brano che mi permetto di tradurre):
C'è comunque dello spazio per una sensibile comprensione del Levitico che spiani la strada perché la monogamia omosessuale sia tollerata dall'ebraismo che osserva la Torah?
Non ci vuole una grande cultura biblica per sapere che la Bibbia ebraica consente la poliginia, ovvero il matrimonio di un uomo con più donne (senza alcun limite! Anche per questo Lot poteva offrire le sue figlie agli abitanti di Sodoma - nessuno avrebbe potuto rispondere: "Spiacente, sono già impegnato"), e che tale tradizione è proseguita fino al Ventesimo Secolo tra gli ebrei dei paesi mussulmani (tra gli ebrei di origine europea vige la taqqanah di Gershom Rabbenu Meir ha-Golà, che la proibì all'inizio dell'11° Secolo - e la poliginia è vietata pure nello Stato d'Israele).

Quindi ... perché la poliginia per gli eterosessuali e la stretta monogamia per gli omosessuali? C'è una discriminazione, che non viene alleviata dalla preferenza che c'è sempre stata anche nella Bibbia per la monogamia eterosessuale.

Inoltre, l'uomo (scapolo o sposato, poco cambia secondo la Bibbia) che ha rapporti con una donna nubile non commette un peccato della stessa gravità di chi ha rapporti con una donna sposata ad un altro - perché nel primo caso l'uomo (grazie anche alla poliginia) può "riparare" sposando la donna, nel secondo caso no, ed anzi viola il diritto del marito di lei alla sua esclusività sessuale.

Alle persone omosessuali invece, che succede, se hanno rapporti con altri omosessuali già impegnati? Non è un caso di scuola: se le donne lesbiche sono gelosissime (il che vuol dire che la tentazione di tradire c'è, eccome!), i maschi gay invece di solito contrattano relazioni aperte, in cui l'affetto viene erogato dal partner principale, ma questo non vieta di soddisfarsi sessualmente anche con altre persone (come in molte famiglie etero, per l'uomo l'importante è non innamorarsi).

Non è vero che promiscui sono solo i bisessuali, mentre gli omosessuali di ambo i generi possono essere fedeli e guadagnarsi quindi la "tolleranza" dell'ebraismo osservante della Torah.

Qui si sta cercando di separare le pecore dai capri (cosa poco ebraica, tant'è vero che l'espressione si trova in Matteo 25:32 - ed i paralleli che ha individuato LaParola.Net sono quasi tutti nelle scritture cristiane), i "buoni omosessuali" dai "cattivi bisessuali"; ma ai buoni omosessuali non viene promesso un posto a tavola, bensì di stare ginocchioni per terra davanti ad uno sgabellino con il cibo.

Non ci rimettono solo i bisessuali dall'articolo di Rafael Castro.

Raffaele Yona Ladu



P: S: Preciso che sono un sostenitore del matrimonio di gruppo: il mio attuale rapporto di coppia è monogamico, ma penso che, se più di due persone vogliono sposarsi insieme, glielo si possa concedere - vuol dire che le norme di questo matrimonio si ispireranno a quelle delle società di persone.

Dal mio punto di vista, la poligamia biblica è un problema perché:
  1. prevede che in un matrimonio ci siano un solo marito, ed una o più mogli;
  2. non prevede che ci possano essere una moglie con più mariti, oppure solo mariti, o solo mogli, oppure un misto di più mogli e mariti - per non parlare delle persone che sfuggono al binarismo dei generi (note sicuramente ai rabbini - vedi questa pagina del sito Transtorah.Org);
  3. soprattutto, perché non prevede che la moglie possa vietare al marito di sposare altre mogli (a questa limitazione, qualora non provveda la legge civile vietando la poligamia, si può ovviare scrivendo nel contratto di fidanzamento che, qualora il marito sposi un'altra donna, questo annulla il matrimonio con la prima);
  4. infine, perché mette il marito a capo della famiglia, solo perché ha il pisello.
Risolvete questi problemi, e si può introdurre la poligamia nell'ordinamento giuridico.

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