domenica 20 settembre 2015

La più antifemminista delle religioni abramitiche

[0] Neged/contra Edith Stein

[1] Gendering the Human’s Soul in Islamic Philosophy An Analytical Reading on Mulla Sadra. - International Journal of Women's Research

Premessa: ritengo che la peggior forma di oppressione del gentil genere passi per l'essenzializzazione della differenza sessuale. Chi invece ritiene che essenzializzare voglia dire "liberare" può smettere di leggere quest'articolo, perché non troverà nulla con cui concordare - ed aspetto il giorno in cui, come ha essenzializzato la differenza tra uomini e donne, essenzializzerà quella tra ebrei e gentili, bianchi e neri, ecc., e riaccenderà i forni di Auschwitz per permettere alle persone di un'essenza di ardere quelle di diversa essenza.

Essenzializzare la differenza sessuale è una cosa che fa la Chiesa cattolica a partire dal pontificato di Giovanni Paolo 2°, e la canonizzazione di Edith Stein è stata strumentale in questo, come ho voluto mostrare in [0].

In [0] ho mostrato anche che, pur se ci sono ebrei abbastanza crudeli da essenzializzare la differenza tra ebrei e gentili, nessuno essenzializza quella tra uomini e donne - e perfino la Qabbalah, che distingue tra anime maschili ed anime femminili, non ne fa una differenza di essenza nel senso aristotelico del termine.

E che succede nella terza religione abramitica? [1] è un articolo pubblicato in inglese (non chiarissimo, e me ne duole) da una rivista iraniana, che recita a pagina 10 del PDF (i link li ho aggiunti io):
Le differenze tra uomo e donna secondo i filosofi islamici
Avicenna non ha discusso la differenza come un problema dipendente, ma considera le differenze tra uomo e donna classificate come accidenti della differenza umana nella categoria di caratteristiche di gruppo nel Libro della Guarigione. Egli definisce la femminilità e la mascolinità come accidenti creatori di gruppo e non come creatori di diverse specie. Suhrawardi (noto anche come il "Maestro dell'Illuminazione") definisce la specie umana come la combinazione di uomo/donna ed eccesso/età (Sadeqi, 2012, p.33). Mulla Sadra considera la femminilità e la mascolinità come caratteristiche di rango animale. È la distinzione del primo rango degli animali dalle piante. Perciò al genere non può riconoscersi la qualità di creatore di specie (Ibid: 34).
Quindi ... l'unica delle religioni abramitiche ad essenzializzare la differenza sessuale è quella cattolica contemporanea, insieme con alcune confessioni protestanti. Congratulazioni vivissime!

L'isteria sul genere è una lotta teologica di coloro che hanno voluto introdurre codesta essenzializzazione contro chi ha voluto mantenere la posizione tradizionale aristotelico/tomistica secondo cui le anime non hanno genere, e minaccia di tralignare in una persecuzione contro chi rifiuta l'essenzializzazione per motivi religiosi (ebrei e mussulmani, per incominciare).

Raffaele Yona Ladu

3 commenti:

  1. "...ritengo che la peggior forma di oppressione del gentil genere passi per l'essenzializzazione della differenza sessuale. [...] ed aspetto il giorno in cui, come ha essenzializzato la differenza tra uomini e donne, essenzializzerà quella tra ebrei e gentili, bianchi e neri, ecc., e riaccenderà i forni di Auschwitz per permettere alle persone di un'essenza di ardere quelle di diversa essenza." Non ho nulla da obiettare contro la posizione aristotelico/tomistica circa l'assenza di genere nelle anime. Ma non sono nemmeno del tutto d'accordo con la premessa dell'articolo. So di essere diversa da un maschio, in quanto femmina, e che questa differenza viene soprattutto dal mio DNA. (Dato questo, tutto quanto è "genere" mi appare puramente accidentale e facoltativo). Perché dovrei essere oppressa per questo? Perché il mio corpo è adatto a gestare e ad allattare? Io sarei solo contenta se la società in cui vivo mi facilitasse questi compiti. Non è giusto che una donna venga esclusa dall'istruzione e dall'indipendenza economica a causa del proprio utero, ma non è giusto nemmeno che lei debba reprimere il proprio corpo e i propri istinti perché la società in cui vive si ostina a considerarla "uguale a un maschio", ovvero un mero strumento di innalzamento del PIL. Desidero i permessi per maternità sul lavoro e tempo da passare coi miei figli, se mai ne avrò. Perché ciò è legato alla mia natura di femmina. Desidero potermi eccitare per le differenze che un maschio (in quanto maschio) ha rispetto a me, così come mi può eccitare un corpo femminile nella sua femminilità, o un corpo androgino per quello che è. Sarebbe "oppressione" tutto questo?
    Poi: chi ha detto che essenzializzare la differenza significa favorire lo sterminio? Gli esseri umani si completano nelle proprie differenze. E chi le vuole eliminare fisicamente è spinto da un'infondata paura, esattamente come chi vuole negarne l'essenzialità. ;) Senza contare che la differenza su base etnica o religiosa è ENORMEMENTE diversa da quella su base sessuale.

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    2. Il post presume la lettura di [0] – provo a riassumere gli argomenti spiegandoli meglio.

      Partiamo da Aristotele: per lui tutte le cose che non sono puramente immateriali hanno una “materia” (hyle) ed una “forma” (morphe), ed i loro rapporti reciproci vengono normalmente spiegati col paragone della casa: la “materia” sono i mattoni, la “forma” ciò che li ha disposti facendone un edificio e non un mucchio disordinato.

      Nel caso degli esseri viventi, la “forma” è data dall’anima (Aristotele la riteneva l’organizzatrice della materia vivente e la direttrice del suo sviluppo), e quello che devo chiedermi ora è che cosa rende diverso un essere umano da un animale non umano, ed un essere umano da un altro essere umano.

      La risposta che dà Aristotele è che ogni specie vivente ha una diversa anima, mentre tutti gli esseri della medesima specie hanno anime uguali, e le differenze tra i singoli esemplari sono dovute alla diversa “materia” di cui sono composti.

      La differenza sessuale non viene perciò negata – si afferma che riguarda esclusivamente il corpo, e non anche l’anima.

      Non tutti sono soddisfatti di questa metafisica, e ci si è chiesti se ci possono essere delle differenze tra un’anima e l’altra, che però non impongano di attribuirle a specie diverse.

      È una variante del problema degli universali, molto studiato nel Medioevo, e la soluzione che hanno trovato i filosofi mussulmani ed alcuni cabalisti ebrei è che la differenza tra le anime maschili e quelle femminili è di “tipo” e non di “specie” – uomini e donne, pur essendo in molte cose diversi, sono comunque appartenenti alla specie umana.

      Problema: che ce ne facciamo della nozione di anima? Aristotele era convinto che anche i corpi celesti avessero un’anima, e che l’attrazione che tale anima provava verso una serie di Motori Immobili ne spiegasse i movimenti.

      Un astronomo contemporaneo, sentendo parlare di queste cose, dopo aver trattenuto il riso, spiegherebbe semplicemente che ora l’anima non spiega e non predice alcunché nei fenomeni celesti, e pertanto è un concetto obsoleto.

      Lo stesso si potrebbe dire in biologia e psicologia – non è la presenza di un’anima a rendere vivente un essere o dotata di ragione una persona. La nozione di anima viene usata solo dagli psicologi (come ad esempio gli junghiani) che ritengono che i processi psichici siano spiegati anche da una realtà spirituale e non solo neurale – non è il mio caso.

      Attribuire un’anima ad un essere umano significa però per me scegliere il posto che occupa nella creazione. Se le differenze tra le anime maschili e quelle femminili non ci sono, o non vanno oltre una differenza di “tipo”, vuol dire che uomini e donne hanno il medesimo ruolo nella creazione, anche se le differenze di genere od individuali possono farlo svolgere in modo diverso; se le differenze trascendono in una differenza di specie, allora uomini e donne occupano ruoli irrimediabilmente diversi.

      Quella che temo non è la diversità, ma il trarne pretesto per separare ed incasellare le persone: un esemplare può passare da un tipo all’altro, ma non da una specie all’altra.

      Complicato è il caso della Chiesa cattolica: fino a qualche decennio fa, pur esprimendo una feroce misoginia, la Chiesa affermava che uomini e donne avevano la medesima anima; poi si è voluta essenzializzare la differenza sessuale, attribuendo ad uomini e donne anime di specie diverse – una cosa che Tommaso d’Aquino si era affaticato a confutare.

      Non prevedo che gli uomini sterminino le donne, ma solo perché i primi hanno bisogno delle seconde; se la medicina consentisse ad uomini e donne di riprodursi da sé, questo bisogno sparirebbe, e la “guerra dei sessi” da modo di dire diventerebbe un vero massacro (Konrad Lorenz docet).

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