Eccovi altre considerazioni filologiche sul rapporto Primo/Secondo testamento.
Per i cristiani la parola "vangelo" ed il suo significato (non univoco nella letteratura neotestamentaria) è di fondamentale importanza; nella sua Introduzione al Nuovo Testamento / Migliore, Franzo. - Messina : Rubettino , 1992, Franzo Migliore osserva che il termine "euangelion" si trova già nel greco classico per indicare il premio da dare a chi reca una buona notizia, e perfino il sacrificio con cui ringraziarne gli dei. Infine, diventa la buona notizia stessa.
Nella Settanta, il verbo derivato "euangelizomai" viene usato nella versione del Deutero Isaia per indicare una buona notizia molto particolare: l'annuncio della salvezza messianica.
Il Migliore cita Isaia 52:7-10 per dimostrarlo - per le mie considerazioni basta citare però il versetto 7:
[BHS] מַה־נָּאו֨וּ עַל־הֶהָרִ֜ים רַגְלֵ֣י מְבַשֵּׂ֗ר מַשְׁמִ֧יעַ שָׁלֹ֛ום מְבַשֵּׂ֥ר טֹ֖וב מַשְׁמִ֣יעַ יְשׁוּעָ֑ה אֹמֵ֥ר לְצִיֹּ֖ון מָלַ֥ךְ אֱלֹהָֽיִךְ׃
[LXX] ὡς ὥρα ἐπὶ τῶν ὀρέων, ὡς πόδες εὐαγγελιζομένου ἀκοὴν εἰρήνης, ὡς εὐαγγελιζόμενος ἀγαθά, ὅτι ἀκουστὴν ποιήσω τὴν σωτηρίαν σου λέγων Σιων Βασιλεύσει σου ὁ θεός·
[Nuova Riveduta] Quanto sono belli, sui monti, / i piedi del messaggero di buone notizie, / che annuncia la pace, / che è araldo di notizie liete, / che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: / «Il tuo Dio regna!»
Chi può confrontare il greco con l'ebraico nota che l'espressione "מַשְׁמִ֣יעַ יְשׁוּעָ֑ה = annuncia la salvezza" è diventata "ὅτι ἀκουστὴν ποιήσω τὴν σωτηρίαν σου = perché farò udire la tua salvezza"; e "מָלַ֥ךְ אֱלֹהָֽיִך = il tuo Dio è diventato re" è divenuta "Βασιλεύσει σου ὁ θεός = il tuo Dio regnerà".
Un verbo al presente ed un verbo al perfetto sono diventati due verbi al futuro - questo conferma l'affermazione di Migliore, secondo cui il verbo "euangelizomai" non significa semplicemente riferire un fausto evento passato, ma annunciare una salvezza futura.
Vorrei aggiungere una cosa citando non più Isaia 52:7, ma Isaia 61:1 (mi spiace, qui le versioni ebraica e greca divergono alquanto, e mi tocca tradurle separatamente):
[BHS - HEB] ר֛וּחַ אֲדֹנָ֥י יְהוִ֖ה עָלָ֑י יַ֡עַן מָשַׁח֩ יְהוָ֨ה אֹתִ֜י לְבַשֵּׂ֣ר עֲנָוִ֗ים שְׁלָחַ֨נִי֙ לַחֲבֹ֣שׁ לְנִשְׁבְּרֵי־לֵ֔ב לִקְרֹ֤א לִשְׁבוּיִם֙ דְּרֹ֔ור וְלַאֲסוּרִ֖ים פְּקַח־קֹֽוחַ׃
[BHS - ITA] Lo spirito del mio Signore Iddio [1] è su di me, dacchè YHWH mi ha unto per annunziare la salvezza agli umili, mi ha inviato a bendare le ferite di chi ha il cuore infranto, a proclamare la libertà ai prigionieri, il rilascio ai reclusi.
[LXX - GRE] Πνεῦμα κυρίου ἐπ᾽ ἐμέ, οὗ εἵνεκεν ἔχρισέν με· εὐαγγελίσασθαι πτωχοῖς ἀπέσταλκέν με, ἰάσασθαι τοὺς συντετριμμένους τῇ καρδίᾳ, κηρύξαι αἰχμαλώτοις ἄφεσιν καὶ τυφλοῖς ἀνάβλεψιν,
[LXX - ITA] Lo spirito del Signore è su di me, dacché mi ha unto; per annunziare la salvezza ai poveri mi ha inviato, per guarire chi è devastato nel cuore, per proclamare ai reclusi la liberazione ed ai ciechi il ritorno della vista.
Se voi rileggete i brani biblici, colui che deve "annunziare la salvezza" ha anche il compito di "bendare le ferite di chi ha il cuore infranto, (...) proclamare la libertà ai prigionieri, il rilascio ai reclusi", oppure di "guarire chi è devastato nel cuore, (...) proclamare ai reclusi la liberazione ed ai ciechi il ritorno della vista".
E come fa tutto questo? Con la parola - l'annuncio di salvezza è "performativo", ovvero si realizza non appena viene proclamato. Colui che YHWH ha unto, inviandolo (in ebraico si dice "shalach", in greco "apostello") a fare quello che in ebraico si dice "bisser" ed in greco "euangelizomai", non deve soltanto "annunciare" la salvezza, deve "portarla, realizzarla".
E qui c'è una congettura di cui devo chiedere conferma o smentita a chi più esperto di me [2]: il verbo "bisser = euangelizomai = annunciare una buona notizia, portare la salvezza" ha in ebraico la stessa radice di "basar = carne".
Viene in mente il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 1, versetto 14:
[Nestle-Aland 28] Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν, καὶ ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν αὐτοῦ, δόξαν ὡς μονογενοῦς παρὰ πατρός, πλήρης χάριτος καὶ ἀληθείας.
[Nuova Riveduta] E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Gianfranco Ravasi non perde occasione di osservare che la parola "eskènosen = ha abitato" potrebbe essere stata scelta per la somiglianza con l'ebraico "shakhan = dimorare", da cui (ad esempio) "Mishkhan = Santuario" e "Shekhinah = l'aspetto immanente di Dio".
Quello che penso è che la locuzione greca "sàrx egéneto = è diventata carne" sia un tentativo di rendere il citato verbo ebraico "bisser = render carne", anche se con un'interessante novità: il verbo "bisser" è un "pi'el", cioè "causativo", ovvero il "mevasser = euangelistes = araldo di buone nuove" può solo "render carne" un'altra cosa, non se stesso.
In ebraico biblico esiste la forma hitpa'el "hitbasser", ma essa significa "ricevere una buona notizia (e goderne)"; nella lingua contemporanea si usa anche la forma pu'al "bussar" con il medesimo significato - ma quel verbo non ha in ebraico né classico né moderno la forma "nif'al", quella che potrebbe avere il significato di "diventare carne, fare di sé la salvezza che si annuncia", ovvero "incarnarsi".
Questo concetto è una novità dell'evangelista noto come Giovanni, non facile da riportare nella lingua ebraica; infatti nella classica traduzione del Nuovo Testamento in ebraico biblico dovuta a Franz Delitzsch (1813-1890), il versetto in questione appare così:
L'espressione "nihyeh basar" è una traduzione letterale di "sàrx egéneto = è diventata carne", ed usa la forma "nif'al" del verbo "hayah = essere" per indicare il "trasformarsi" in carne - Delitzsch non ha voluto innovare/forzare la lingua ebraica.
Ciò non toglie che gli ebrei di oggi adoperino il concetto di "incarnazione", magari nel senso più generico di "assumere una forma corporea"; in questo caso però non si usa la radice di "basar = carne" ma quella di "golem".
La parola compare nella Bibbia solo una volta [Salmo 139:16], e viene interpretata come "massa informe, appena avvolta", e pertanto "feto" umano oppure (nella lingua contemporanea) "crisalide" di insetto. Perdonate se non vi parlo ora del Golem di Praga!
Il preclaro lessicografo e grammatico Heinrich Friedrich Wilhelm Gesenius (1786-1842), luterano, vide tipologicamente nel "golem" del Salmo il corpo mistico di Cristo, e questo aiuta a capire come gli ebrei abbiano derivato dalla radice i verbi:
Tutte le parole ebraiche sono pregne dei significati dati dalla Bibbia e dalla tradizione successiva (Gershom Scholem ne era addirittura spaventato), ma non sono sicuro che gli ebrei ci abbiano guadagnato a separare la loro comprensione dell'"incarnarsi" dal concetto della "buona notizia che annunciandosi si avvera".
Raffaele Yona Ladu
[Nota 1]: Nell'originale: "Adonay YHWH" - è uno dei non molti casi in cui il Tetragramma è preceduto dalla parola "Adonay = il mio Signore", e si pronuncia perciò "Elohim"; ebraicamente viene inteso come l'indicatore di una situazione assai delicata che l'Eterno affronta facendo uso sia dell'attributo della Giustizia (associato al nome "Elohim") che di quello della Misericordia (associato al Tetragramma).
Ed infatti in Isaia 61:2 l'"unto", l'"araldo di buone nuove", deve "לִקְרֹ֤א שְׁנַת־רָצֹון֙ לַֽיהוָ֔ה וְיֹ֥ום נָקָ֖ם לֵאלֹהֵ֑ינוּ = proclamare l'anno di grazia del SIGNORE, / il giorno di vendetta del nostro Dio", mostrando ambo gli attributi divini in azione, ognuno nella sua competenza (Elohim, con l'attributo della giustizia, si occupa della vendetta; YHWH, con l'attributo della misericordia, della grazia), e per la giusta durata (la vendetta dura un giorno solo, la grazia un anno intero).
[Nota 2]: Una conferma l'ho trovata in questo libro del 1831 scritto dal metodista Adam Clarke (1760/62-1832), che ha notato la parentela tra "basar = carne, genere umano" e "basar = buone notizie", e ne dà una lettura tipologica (l'Incarnazione è la Buona Notizia per eccellenza).
Lettura certamente lecita, ma il modo in cui la presenta fa pensare che per lui l'unico scopo della lingua ebraica fosse essere il veicolo della Rivelazione - infatti svaluta il senso letterale (ed anche profano) del verbo "bisser" (e del sostantivo "basar", di cui scorda che spesso significa semplicemente "carne da mangiare", come in Esodo 16:12), e non dà il giusto rilievo alla creatività di chi ha dovuto spiegare una novità già difficile da concepire in ebraico in una lingua straniera.
Per i cristiani la parola "vangelo" ed il suo significato (non univoco nella letteratura neotestamentaria) è di fondamentale importanza; nella sua Introduzione al Nuovo Testamento / Migliore, Franzo. - Messina : Rubettino , 1992, Franzo Migliore osserva che il termine "euangelion" si trova già nel greco classico per indicare il premio da dare a chi reca una buona notizia, e perfino il sacrificio con cui ringraziarne gli dei. Infine, diventa la buona notizia stessa.
Nella Settanta, il verbo derivato "euangelizomai" viene usato nella versione del Deutero Isaia per indicare una buona notizia molto particolare: l'annuncio della salvezza messianica.
Il Migliore cita Isaia 52:7-10 per dimostrarlo - per le mie considerazioni basta citare però il versetto 7:
[BHS] מַה־נָּאו֨וּ עַל־הֶהָרִ֜ים רַגְלֵ֣י מְבַשֵּׂ֗ר מַשְׁמִ֧יעַ שָׁלֹ֛ום מְבַשֵּׂ֥ר טֹ֖וב מַשְׁמִ֣יעַ יְשׁוּעָ֑ה אֹמֵ֥ר לְצִיֹּ֖ון מָלַ֥ךְ אֱלֹהָֽיִךְ׃
[LXX] ὡς ὥρα ἐπὶ τῶν ὀρέων, ὡς πόδες εὐαγγελιζομένου ἀκοὴν εἰρήνης, ὡς εὐαγγελιζόμενος ἀγαθά, ὅτι ἀκουστὴν ποιήσω τὴν σωτηρίαν σου λέγων Σιων Βασιλεύσει σου ὁ θεός·
[Nuova Riveduta] Quanto sono belli, sui monti, / i piedi del messaggero di buone notizie, / che annuncia la pace, / che è araldo di notizie liete, / che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: / «Il tuo Dio regna!»
Chi può confrontare il greco con l'ebraico nota che l'espressione "מַשְׁמִ֣יעַ יְשׁוּעָ֑ה = annuncia la salvezza" è diventata "ὅτι ἀκουστὴν ποιήσω τὴν σωτηρίαν σου = perché farò udire la tua salvezza"; e "מָלַ֥ךְ אֱלֹהָֽיִך = il tuo Dio è diventato re" è divenuta "Βασιλεύσει σου ὁ θεός = il tuo Dio regnerà".
Un verbo al presente ed un verbo al perfetto sono diventati due verbi al futuro - questo conferma l'affermazione di Migliore, secondo cui il verbo "euangelizomai" non significa semplicemente riferire un fausto evento passato, ma annunciare una salvezza futura.
Vorrei aggiungere una cosa citando non più Isaia 52:7, ma Isaia 61:1 (mi spiace, qui le versioni ebraica e greca divergono alquanto, e mi tocca tradurle separatamente):
[BHS - HEB] ר֛וּחַ אֲדֹנָ֥י יְהוִ֖ה עָלָ֑י יַ֡עַן מָשַׁח֩ יְהוָ֨ה אֹתִ֜י לְבַשֵּׂ֣ר עֲנָוִ֗ים שְׁלָחַ֨נִי֙ לַחֲבֹ֣שׁ לְנִשְׁבְּרֵי־לֵ֔ב לִקְרֹ֤א לִשְׁבוּיִם֙ דְּרֹ֔ור וְלַאֲסוּרִ֖ים פְּקַח־קֹֽוחַ׃
[BHS - ITA] Lo spirito del mio Signore Iddio [1] è su di me, dacchè YHWH mi ha unto per annunziare la salvezza agli umili, mi ha inviato a bendare le ferite di chi ha il cuore infranto, a proclamare la libertà ai prigionieri, il rilascio ai reclusi.
[LXX - GRE] Πνεῦμα κυρίου ἐπ᾽ ἐμέ, οὗ εἵνεκεν ἔχρισέν με· εὐαγγελίσασθαι πτωχοῖς ἀπέσταλκέν με, ἰάσασθαι τοὺς συντετριμμένους τῇ καρδίᾳ, κηρύξαι αἰχμαλώτοις ἄφεσιν καὶ τυφλοῖς ἀνάβλεψιν,
[LXX - ITA] Lo spirito del Signore è su di me, dacché mi ha unto; per annunziare la salvezza ai poveri mi ha inviato, per guarire chi è devastato nel cuore, per proclamare ai reclusi la liberazione ed ai ciechi il ritorno della vista.
Se voi rileggete i brani biblici, colui che deve "annunziare la salvezza" ha anche il compito di "bendare le ferite di chi ha il cuore infranto, (...) proclamare la libertà ai prigionieri, il rilascio ai reclusi", oppure di "guarire chi è devastato nel cuore, (...) proclamare ai reclusi la liberazione ed ai ciechi il ritorno della vista".
E come fa tutto questo? Con la parola - l'annuncio di salvezza è "performativo", ovvero si realizza non appena viene proclamato. Colui che YHWH ha unto, inviandolo (in ebraico si dice "shalach", in greco "apostello") a fare quello che in ebraico si dice "bisser" ed in greco "euangelizomai", non deve soltanto "annunciare" la salvezza, deve "portarla, realizzarla".
E qui c'è una congettura di cui devo chiedere conferma o smentita a chi più esperto di me [2]: il verbo "bisser = euangelizomai = annunciare una buona notizia, portare la salvezza" ha in ebraico la stessa radice di "basar = carne".
Viene in mente il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 1, versetto 14:
[Nestle-Aland 28] Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν, καὶ ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν αὐτοῦ, δόξαν ὡς μονογενοῦς παρὰ πατρός, πλήρης χάριτος καὶ ἀληθείας.
[Nuova Riveduta] E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Gianfranco Ravasi non perde occasione di osservare che la parola "eskènosen = ha abitato" potrebbe essere stata scelta per la somiglianza con l'ebraico "shakhan = dimorare", da cui (ad esempio) "Mishkhan = Santuario" e "Shekhinah = l'aspetto immanente di Dio".
Quello che penso è che la locuzione greca "sàrx egéneto = è diventata carne" sia un tentativo di rendere il citato verbo ebraico "bisser = render carne", anche se con un'interessante novità: il verbo "bisser" è un "pi'el", cioè "causativo", ovvero il "mevasser = euangelistes = araldo di buone nuove" può solo "render carne" un'altra cosa, non se stesso.
In ebraico biblico esiste la forma hitpa'el "hitbasser", ma essa significa "ricevere una buona notizia (e goderne)"; nella lingua contemporanea si usa anche la forma pu'al "bussar" con il medesimo significato - ma quel verbo non ha in ebraico né classico né moderno la forma "nif'al", quella che potrebbe avere il significato di "diventare carne, fare di sé la salvezza che si annuncia", ovvero "incarnarsi".
Questo concetto è una novità dell'evangelista noto come Giovanni, non facile da riportare nella lingua ebraica; infatti nella classica traduzione del Nuovo Testamento in ebraico biblico dovuta a Franz Delitzsch (1813-1890), il versetto in questione appare così:
וְהַדָּבָר נִהְיָה בָשָׂר וַיִּשְׁכֹּן בְּתוֹכֵנוּ וַנֶּחֱזֶה כְבוֹדוֹ כִּכְבוֹד בֵּן יָחִיד לְאָבִיו רַב־חֶסֶד וֶאֱמֶת׃
L'espressione "nihyeh basar" è una traduzione letterale di "sàrx egéneto = è diventata carne", ed usa la forma "nif'al" del verbo "hayah = essere" per indicare il "trasformarsi" in carne - Delitzsch non ha voluto innovare/forzare la lingua ebraica.
Ciò non toglie che gli ebrei di oggi adoperino il concetto di "incarnazione", magari nel senso più generico di "assumere una forma corporea"; in questo caso però non si usa la radice di "basar = carne" ma quella di "golem".
La parola compare nella Bibbia solo una volta [Salmo 139:16], e viene interpretata come "massa informe, appena avvolta", e pertanto "feto" umano oppure (nella lingua contemporanea) "crisalide" di insetto. Perdonate se non vi parlo ora del Golem di Praga!
Il preclaro lessicografo e grammatico Heinrich Friedrich Wilhelm Gesenius (1786-1842), luterano, vide tipologicamente nel "golem" del Salmo il corpo mistico di Cristo, e questo aiuta a capire come gli ebrei abbiano derivato dalla radice i verbi:
- "galam = avvolgere" [qal] (già nella Bibbia);
- "gillem = incarnare, impersonare, interpretare il ruolo di ..." [pi'el];
- "gullam = essere ritratto, espresso" [pu'al];
- "hitgallem = manifestarsi, incarnarsi, diventare crisalide" [hitpa'el].
Tutte le parole ebraiche sono pregne dei significati dati dalla Bibbia e dalla tradizione successiva (Gershom Scholem ne era addirittura spaventato), ma non sono sicuro che gli ebrei ci abbiano guadagnato a separare la loro comprensione dell'"incarnarsi" dal concetto della "buona notizia che annunciandosi si avvera".
Raffaele Yona Ladu
[Nota 1]: Nell'originale: "Adonay YHWH" - è uno dei non molti casi in cui il Tetragramma è preceduto dalla parola "Adonay = il mio Signore", e si pronuncia perciò "Elohim"; ebraicamente viene inteso come l'indicatore di una situazione assai delicata che l'Eterno affronta facendo uso sia dell'attributo della Giustizia (associato al nome "Elohim") che di quello della Misericordia (associato al Tetragramma).
Ed infatti in Isaia 61:2 l'"unto", l'"araldo di buone nuove", deve "לִקְרֹ֤א שְׁנַת־רָצֹון֙ לַֽיהוָ֔ה וְיֹ֥ום נָקָ֖ם לֵאלֹהֵ֑ינוּ = proclamare l'anno di grazia del SIGNORE, / il giorno di vendetta del nostro Dio", mostrando ambo gli attributi divini in azione, ognuno nella sua competenza (Elohim, con l'attributo della giustizia, si occupa della vendetta; YHWH, con l'attributo della misericordia, della grazia), e per la giusta durata (la vendetta dura un giorno solo, la grazia un anno intero).
[Nota 2]: Una conferma l'ho trovata in questo libro del 1831 scritto dal metodista Adam Clarke (1760/62-1832), che ha notato la parentela tra "basar = carne, genere umano" e "basar = buone notizie", e ne dà una lettura tipologica (l'Incarnazione è la Buona Notizia per eccellenza).
Lettura certamente lecita, ma il modo in cui la presenta fa pensare che per lui l'unico scopo della lingua ebraica fosse essere il veicolo della Rivelazione - infatti svaluta il senso letterale (ed anche profano) del verbo "bisser" (e del sostantivo "basar", di cui scorda che spesso significa semplicemente "carne da mangiare", come in Esodo 16:12), e non dà il giusto rilievo alla creatività di chi ha dovuto spiegare una novità già difficile da concepire in ebraico in una lingua straniera.