Ogni tanto mi capita di trovare dei ben intenzionati cristiani che dicono che Gesù è palestinese; provo a spiegare perché non apprezzo questo.
Ci sono due spiacevoli restrizioni, tra gli ebrei ed i palestinesi: gli ebrei non considerano parte del proprio popolo chi professa una religione non-ebraica (l'ateismo è invece consentito); l'Autorità Nazionale Palestinese riconosce solo le religioni islamica e cristiana; per quanto riguarda l'atteggiamento palestinese verso gli ebrei, credo che sia il caso di leggere questa traduzione inglese (di parte palestinese, quindi non prevenuta, immagino) della Carta dell'OLP:
Article 6: Jews who were living permanently in Palestine until the beginning of the Zionist invasion will be considered Palestinians. (For the Zionist invasion is considered to have begun in 1917.)
Articolo 6: Gli ebrei che vivevano permanentemente in Palestina fino all'inizio dell'invasione sionista saranno considerati palestinesi (l'invasione sionista la si considera iniziata nel 1917).
Trovo entrambe queste restrizioni assurde, ma quello che conta è che, partendo dal presupposto che Gesù era ebreo, e che il cristianesimo lo hanno creato i suoi discepoli dopo la sua morte sulla base dei suoi insegnamenti, un Gesù redivivo (o di ritorno sulla Terra, secondo la teologia cristiana) non verrebbe riconosciuto come palestinese dall'Autorità Nazionale Palestinese, mentre il Ministero dell'Interno israeliano non avrebbe problemi a concedergli la cittadinanza.
Durante la vita di Gesù, gli ebrei che vivevano in Terra d'Israele/Palestina erano oppressi; ora essi sono nella condizione di oppressori dei palestinesi (cosa che nessuno nega - le differenze di opinione sono tra chi loda e chi, come me, depreca la situazione); chi dice che Gesù è palestinese lo identifica con una categoria di oppressi, allo stesso modo di chi lo raffigura come un uomo di colore, un migrante, una persona transgender, eccetera.
Il primo problema è che un ebreo può essere di colore, migrante, trans, ecc. - però essere ebrei ed essere palestinesi è invece incompatibile, se non per alcune persone che ora hanno almeno 99 anni.
Il secondo problema è che attribuire Gesù, in quanto oppresso, al popolo palestinese anziché a quello ebraico, equivale a negare che il popolo ebraico possa mai essere un popolo di oppressi - e qui si cade nell'antisemitismo di chi attribuisce agli ebrei una capacità di dominio sovrumana.
Oppure a quello di chi nega che gli ebrei siano un popolo a pieno titolo, e non solo una religione, per cui nessuno può appartenere al popolo ebraico, e lo Stato d'Israele non ha senso perché uno stato ha bisogno di un popolo, un territorio, un governo.
Penso che sia meglio pensare che Gesù sia sempre e comunque ebreo, ma che oggi probabilmente interverrebbe in favore dei palestinesi, in quanto oppressi.
Raffaele Yona Ladu
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