Il 29 Luglio 2014/3 Av 5774, dopo essermi consultato con la rabbina Miriam Jerris, ho pagato la quota sociale della Society for Humanistic Judaism (SHJ).
È il punto di arrivo di un percorso ultradecennale in cui ho studiato la cultura ebraica, ho imparato un po' di ebraico, sono stato più volte in Israele.
La spinta definitiva l'ha data il post a cui ho risposto qui, e vi spiego perché. Il cardinale Newman, improvvidamente rivalutato da Benedetto 16°, mostra che cosa succede quando una religione si pone come obbiettivo di convertire il mondo intero: perde la capacità di gestire il pluralismo.
Per il cristianesimo il pluralismo religioso è una cosa transitoria, che scomparirà alla fine dei tempi, e la teologia più tollerante che riesce ad elaborare è quella della pazienza (di cui la Dignitatis Humanae è la massima espressione).
Niente pluralismo religioso, niente pluralismo culturale, niente pluralismo delle identità sessuali e di genere - dopo aver sposato mia moglie, presidentessa di Lieviti, quest'ultimo è diventato il mio problema principale.
Per le varie denominazioni ebraiche il problema si pone altrimenti: lo scopo dell'ebraismo non è di convertire l'intera umanità, ma di convincerla a praticare la giustizia. Il pluralismo religioso ci sarà anche nell'era messianica.
Il come gestire questo pluralismo varia a seconda delle denominazioni - il modo peggiore, da cui mi dissocio, è quello di ritenere gli ebrei i padroni ed i gentili i servi dell'era messianica. Quello che preferisco è quello per cui l'importante è che, ora ed in futuro, tutti pratichino la giustizia, tutti abbiano pari diritti e dignità, e gli ebrei diano il buon esempio.
Per dare un'idea dell'ebraismo umanista, traduco questa pagina del sito della SHJ:
(inizio)
Cos'è l'ebraismo umanista?
L'ebraismo umanista offre agli ebrei culturali e laici un'alternativa non teista nella vita ebraica contemporanea. Definisce l'ebraismo come l'esperienza storica e culturale del popolo ebraico. L'ebraismo umanista abbraccia una filosofia umano-centrica che combina il pensiero razionale con un profondo legame con il popolo ebraico e la sua cultura. Gli ebrei umanisti apprezzano la loro identità ebraica e gli aspetti dell'ebraismo che offrono un'espressione genuina del loro modo di vivere contemporaneo. Gli ebrei umanisti celebrano le feste ebraiche e gli eventi del ciclo di vita ebraico (come matrimoni, bar e bat mitzwah) con cerimonie ispirate che si ispirano, ma vanno anche oltre, ai simboli ed alla liturgia tradizionale.
Cosa dichiarano gli ebrei umanisti?
- Gli esseri umani possiedono il potere e la responsabilità di foggiare le loro vite indipendentemente da un'autorità soprannaturale.
- Un ebreo è una persona che si identifica con la storia, la cultura ed il futuro del popolo ebraico.
- Ebraismo è la cultura storica del popolo ebraico.
- La storia ebraica è una saga umana, un testamento del significato del potere e della responsabilità umane.
- L'identità ebraica si conserva meglio in un ambiente libero e pluralistico.
- Etica e morale devono servire i bisogni umani.
- La libertà e la dignità del popolo ebraico devono accompagnarsi alla libertà ed alla dignità di ogni essere umano.
In cosa credono gli ebrei umanisti?
- Ogni ebreo ha il diritto di creare un significativo stile di vita ebraico libero da un'autorità soprannaturale e da una tradizione imposta. La filosofia umanistica afferma che la conoscenza ed il potere vengono dalle persone e dal mondo naturale in cui vivono. La continuità ebraica esige la conciliazione tra la scienza, l'autonomia personale, e la lealtà ebraica.
- Lo scopo della vita è la dignità personale e l'autostima. La vita ha valore quando tutte le persone si vedono come aventi un valore. La dignità e l'autostima sono diverse dalla felicità. La felicità non è tanto lo scopo della vita, quanto la conseguenza di averlo raggiunto. L'autostima dipende dall'autonomia. Ogni persona autonoma si sente responsabile per la direzione fondamentale della propria vita e sente che nessun altro ha il diritto di usurpare questa responsabilità. Autonomia non significa che ogni persona è individualmente autosufficiente. La sana dipendenza è orizzontale, piuttosto che verticale.
- Le radici laiche della vita ebraica sono altrettanto importanti di quelle religiose. L'ebraismo è una cultura etnica. Non è caduta dal cielo. Non è stata inventata da un portavoce divino. È stata creata dal popolo ebraico. È stata foggiata dall'esperienza ebraica. Le feste sono risposte ad eventi umani. Le cerimonie sono celebrazioni di sviluppi umani. La musica e la letteratura sono ispirate dall'esperienza umana.
Che fanno gli ebrei umanisti?
- Gli ebrei umanisti celebrano le feste ebraiche e segnano le tappe della vita con cerimonie significative. Il popolo ebraico forma una famiglia estesa la cui storia condivisa, i cui ricordi ed il cui destino sono commemorati in belle cerimonie festive. Gli ebrei umanisti trovano significativo celebrare la vita attraverso il calendario ebraico storico e cercano di interpretare questo calendario in modo naturalistico. La nascita di un figlio, il maturare (Bar/Bat Mitzwah e Confermazione), il matrimonio, e pure la morte consentono alla famiglia ed alla comunità di rinforzare la loro unità e di articolare i valori che rendono la vita degna di essere vissuta all'interno di un contesto culturale e storico ebraico.
- Gli ebrei umanisti sono attivamente impegnati nell'educazione dei bambini e degli adulti. Vogliono capire le credenze ed il comportamento dei loro avi senza sentirsi obbligati a concordare con le credenze del passato. Vogliono che i loro figli sviluppino onestamente le loro convinzioni - sulla base della conoscenza, non dell'indottrinamento. Cercano di esplorare l'intera gamma delle esperienze ebraiche, passate e presenti, e di scegliere quello che è rilevante e significativo.
- Gli ebrei umanisti creano delle comunità. Esprimono la necessità di solidarietà culturale e mutuo sostegno. Una congregazione ebraica umanistica fornisce identità di gruppo, educazione degli adulti, educazione dei giovani, un luogo per le celebrazioni pubbliche delle vacanze e delle cerimonie legate al ciclo di vita, ed una voce comunitaria per il punto di vista ebraico-umanistico.
- Gli ebrei umanisti insegnano ed apprendono il comportamento etico. Le abilità per la sopravvivenza e la felicità non sono istintive. Sono acquisite. Contare su se stessi, la cooperazione, la generosità, la compassione e la razionalità sono esercizi quotidiani. E sono altrettanto importanti delle abilità accademiche.
(fine)
C'è un problema che qui non viene affrontato, ma è a mio avviso fondamentale: se l'ebraismo non pretende di diventare l'unica religione della Terra, il popolo ebraico è l'unico che non ammette il pluralismo religioso al proprio interno.
Ovvero, una persona, per appartenere al popolo ebraico, può professare o la religione ebraica (in una delle sue molte denominazioni) o l'ateismo - e lo scrittore israeliano Avraham B. Yehoshua ha giustamente osservato che questa è una grave mancanza.
Se non viene affrontato questo problema, le uniche soluzioni possibili saranno il Vicariato di San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele all'interno del Patriarcato Latino di Gerusalemme, oppure gli ebrei messianici.
Allo stesso modo, l'impegno per la laicità dello stato italiano deve accompagnarsi a quello per la laicità dello stato israeliano.
Mi va bene che ci sia la "Legge del Ritorno", in quanto la Conferenza di Evian del 1938 ha insegnato che gli ebrei perseguitati non li vuole nessuno, e quindi ci deve essere un paese al mondo che li accoglie senza fare (troppe) domande; ma dev'essere l'unico favore che il governo israeliano fa ad una persona solo perché ebrea.
In ogni altra cosa, tutti gli israeliani devono essere uguali in diritti e doveri. Il sistema del "millet" ha fatto il suo tempo, ed occorre istituire il matrimonio ed il divorzio civile, anche omosessuale.
Ultimo problema: l'occupazione della Palestina. Deve semplicemente finire, con trattative che partono dalla Proposta di Pace di Ginevra, colpevolmente ignorata dal governo israeliano.
Raffaele Ladu
Nessun commento:
Posta un commento