[1a]
Autismo: Aspie, il nuovo genere umano ( Parte 1 ) / Tanya Izquierdo Prindle
[1b]
Autismo: Aspie, il nuovo genere umano ( Parte 2 ) / Tanya Izqierdo Prindle
[2]
Mensa Italia - The High I.Q. Society
[3]
Hadjadj: «Si va verso il transumano. La difesa della carne è propria del cristianesimo». Un’intervista a Fabrice Hadjadj di Leone Grotti
[4]
Bijew Bijou: Neged/Contra Edith Stein
[5]
Asperger ed etica, Kohlberg e qabalah
[6]
Wikipedia (ENG) : Transhumanism
[7]
Wikipedia (ITA) : Oltreuomo
[8]
Wikipedia (ENG) : John Burdon Sanderson Haldane, FRS
[9]
DAEDALUS, or Science and the Future / John Burdon Sanderson Haldane
[10]
Wikipedia (ENG) : Eugenics
[11]
J. B. S. HALDANE ON EUGENICS / By C. P. BLACKER, M.A., M.D.
[12]
Heredity and Politics / J. B. S. Haldane, FRS
[13]
Stanford Encyclopedia of Philosophy : Eugenics
[14]
National Institutes of Health : U.S. National Library of Medicine : Genetics Home Reference : Asperger syndrome
[15]
A Timeline of Transhumanism
[16]
What is Transhumanism?
[17a]
Humanity+
[17b]
World Transhumanist Association
[18]
Divenire 2 : Manifesto dei transumanisti italiani
[19a]
Network Transumanisti Italiani H+
[19b]
Estropico. Visioni del futuro
[20a]
Associazione Transumanisti Italiani
[20b]
Divenire. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e sul postumano
[21]
GLI SPECIALI DI ESTROPICO. Tecnofascismo? No grazie.
[22]
L'infiltrazione neofascista del transumanesimo italiano
[23]
The Transhumanist Party
[24]
Zoltan Istvan for U. S. President 2016
[25]
La Carta dei Princìpi dei Transumanisti Italiani (2015)
[26]
Il Network dei Transumanisti Italiani è lieto di ospitare sul proprio sito, nonché sottoscrivere, la seguente replica di Tommaso Tosi (Rivoluzione Transumanista) a un articolo recentemente apparso su Notizie ProVita e intitolato "Transumanesimo: l’approdo ultimo dell’ideologia gender":
[27]
Wikipedia (ENG) : Frank Jennings Tipler
[28a]
Wikipedia (ENG) : Pierre Teillard de Chardin
[28b]
The Jesuit Priest Who Believed in God and the Singularity
[28c]
Teilhard de Chardin and Transhumanism
[29]
Jewish Bioethics of Transhumanism / JAKE MOROSHEK
[30]
Transhumanism and the Body: The World Religions Speak
[31]
Utopianism and Eschatology: Judaism engages Transhumanism / Hava Tirosh-Samuelson
[32]
Beyond Otaku: Transhumanism and Judaism / Joshua Fox
[33]
What Judaism Says About Reincarnation / By Rabbi Louis Jacobs
[34]
Judaism and Reincarnation / Rabbi Shmuly Yanklowitz
[35]
Jewish Vegetarians of North America : What about the Chassidic view that, when one is pious and performs Torah mitzvot, he or she elevates the animal by consuming its flesh, since the energy produced from the animal is used to perform mitzvot which the animal could not perform in any other way?
[36]
Levels of Soul Consciousness / Moshe Miller
[37]
Jewish Views of the Afterlife / Simcha Paull Raphael
[38]
The Encyclopedia of Jewish Myth, Magic and Mysticism / Geoffrey W. Dennis
L'essere umano non è contento di quello che ha, e nemmeno di quello che è. Molte persone vorrebbero essere migliori di quello che sono, e molti Asperger si chiedono se non starebbero meglio vivendo in mezzo ad esseri più razionali degli umani attuali.
Io non ho questa nostalgia (invecchiando mi sono convinto che gli umani abbiano capacità superiori a quelle che esprimono abitualmente, ma per loro è più facile adeguare i propri difetti a quelli altrui che stimolarsi a vicenda a dare il proprio meglio), ma non vedo niente di male a cercare di migliorare il genere umano.
Alcuni Asperger, come l'autrice di [1a] e [1b], vogliono proporre gli Aspie come prototipo del nuovo genere umano; io non ho quest'ambizione, perché, anche se sono orgoglioso del mio IQ di 156 (sufficiente per iscriversi al Mensa [2] - per un po' di tempo sono stato loro socio), che non potrei avere senza la Sindrome di Asperger, mi rendo perfettamente conto delle limitazioni che essa comporta: difficoltà nei rapporti sociali e nel controllo emotivo.
Però non vedo niente di male a voler migliorare il genere umano, al contrario di altre persone come [3], che agitano lo spettro del "transumano" e rischiano di patologizzare ulteriormente noi Aspie, in quanto noi non ci identifichiamo con il nostro corpo, ma semmai con la nostra mente (cosa che l'autore di [3] considera incompatibile con la sua versione del cristianesimo, che lui assolutizza tanto da credere che la verità coincida con esso).
Io considero il mio corpo il vestito delle mie anime (cosa che mi avvicina alla miglior qabalah - vedi [4] e [5]), e non vedrei niente di male a fare l'upload della mia mente/psiche/partzuf in un supercomputer che sarebbe il suo nuovo vestito e le permetterebbe di fare cose inimmaginabili con il mio corpo.
Il transumanesimo [6] è il ritenere che la specie umana attuale non sia il culmine dell'evoluzione, e che tale evoluzione possa essere guidata ed incoraggiata; ovvio riferimento culturale è al "superomismo" [7] di Friedrich Wilhelm Nietsche, ma il primo coerente transumanista può essere considerato John Burdon Sanderson Haldane [8], che nel suo saggio DAEDALUS : or Science and the Future [9], scritto nel 1923, propugnò l'ingegneria genetica e la fecondazione in vitro.
I detrattori del transumanismo vedono in esso una nuova forma di eugenetica [10], ma c'è una notevole differenza tra il transumanismo di Haldane (e successori) e l'eugenetica che devastò diversi paesi (non solo la Germania nazista!): quel tipo di eugenetica voleva impedire a coloro che riteneva difettosi di riprodursi, mentre Haldane, almeno a giudicare dalla recensione [11] e da quel che si può leggere su Google del libro [12], riteneva completamente sbagliata quest'idea, per motivi non solo etici ma anche biologici.
Semmai, lui voleva incoraggiare le persone "migliori" a figliare di più e la società a dare a tutti i mezzi per generare una prole "migliore" - pur ammonendo che non si può definire a priori cosa è "migliore" in assoluto dal punto di vista genetico, e diffidando perciò i governi dall'interferire nelle decisioni dei genitori.
Le persone dello spettro autistico possono dunque stare tranquille - i transumanisti non vogliono privarle della capacità di riprodursi; esistono ora i proponenti di un'eugenetica liberale [13], che vuole semplicemente consentire ai genitori di intervenire più incisivamente sull'assetto genetico dei figli - e qui occorre semmai chiedersi quali genitori (neuro)tipici vorrebbero avere un* figli* Asperger, potendo sceglierlo od evitarlo.
Va precisato oltretutto che, secondo [14], al momento non sono stati individuati geni per la Sindrome di Asperger - si è solo notata una certa familiarità; eliminare o promuovere la Sindrome di Asperger con l'eugenetica non è perciò attualmente possibile - ed Haldane osserverebbe che, se fosse di origine genetica, la neurotipicità o la neurodiversità potrebbero comunque ricomparire per mutazione.
Se Haldane è stato un precursore, ed altre utili informazioni sulla storia del transumanesimo si trovano in [15], il movimento transumanista attuale [16, 17a] si ispira soprattutto al pensiero di Max More, che così lo definì nel 1990 [16]:
Il transumanismo è una classe di filosofie della vita che cercano la continuazione ed accelerazione dell'evoluzione della vita intelligente oltre la sua attuale forma umana e le sue limitazioni umane attraverso la scienza e la tecnologia, guidate da principi e valori promotori della vita.
Una successiva definizione, che si trova sempre in [16], ma è attribuita ad Humanity+ [17a], alias World Transhumanist Association [17b], è questa:
- Il movimento intellettuale e culturale che afferma la possibilità e desiderabilità di migliorare fondamentalmente la condizione umana attraverso la ragione applicata, specialmente sviluppando e rendendo ampiamente disponibili delle tecnologie che sopprimano l'invecchiamento ed amplifichino notevolmente le capacità umane intellettuali, fisiche e psicologiche.
- Lo studio delle ramificazioni, promesse e pericoli potenziali delle tecnologie che ci permetteranno di superare le limitazioni umane fondamentali, e lo studio correlato delle questioni etiche implicate nello sviluppo e nell'uso di tali tecnologie.
Non cerco di approfondire qui tutti i problemi filosofici del transumanesimo (i link che vi ho fornito sono più che abbondanti); c'è però un problema politico.
Anche se la filosofia transumanista è compatibile con tutte le ideologie politiche (è stato fatto notare in [18] che tra i transumanisti c'erano autori di destra come Filippo Tommaso Marinetti e di sinistra come Jean-François Lyotard), in Italia c'è stata una scissione nel movimento transumanista per motivi politici.
Infatti nel 2010 il Network dei Transumanisti Italiani (NIT) [19a], con la sua blogzine Estropico [19b], si è staccato dall'Associazione dei Transumanisti Italiani (AIT) [20a], con la sua rivista web Divenire [20b], accusandola [21] di essersi lasciata infiltrare dal "sovrumanismo", una versione neofascista del transumanesimo.
Sono antifascista, e quindi quest'allarme non mi può lasciare indifferente; quello che posso dire è che entrambe le associazioni italiane [19a, 20a] aderiscono alla World Transhumanist Association [17b], ed è un caso unico al mondo che ci siano due associazioni transumaniste nel medesimo paese [22].
Negli USA esiste un partito transumanista [23], il cui fondatore Zoltan Istvan [24] è candidato alle presidenziali USA 2016 - ovviamente, non è che un transumanista americano sia tenuto a votarlo.
Delle associazioni italiane preferisco la NIT [19a] non solo per antifascismo, ma anche perché apprezzo moltissimo la sua Carta dei Principi del 2015 [25], che qui vi riporto con licenza Creative Commons (i grassetti sono originali):
1. Il progresso scientifico e tecnologico rivoluzionerà nei prossimi decenni la condizione umana, permettendoci di trascendere i nostri limiti naturali e di incrementare le nostre capacità fisiche e cognitive: grazie a biotecnologie e ingegneria genetica, nanotecnologie e robotica, intelligenza artificiale e neuroscienze, spezzeremo i nostri vincoli biologico-evoluzionistici emancipandoci da invecchiamento, malattia, sofferenza, povertà e ignoranza.
2. L'Uomo da sempre manifesta la tendenza a trascendere i propri limiti grazie agli strumenti tecnici che genera a partire da un'intelligenza auto-migliorativa, e non meramente adattativa. La tecnica è un fenomeno antico, e l'umano ne è stato già profondamente influenzato, non solo nelle sue dimensioni culturali, ma anche in quelle biologiche. Ciò che è cambiato, negli ultimi decenni, è la velocità con cui accumuliamo le nostre capacità di trasformazione, e il grado di intensità e di efficacia delle stesse.
3. Si sta diffondendo sempre più la consapevolezza che l’Uomo, grazie agli strumenti della tecnica, sia oggi in grado di ridefinire la propria condizione biologica. Attraverso il controllo del nostro stesso processo evolutivo, saremo in grado di scegliere il nostro destino. Questa presa di coscienza si pone al cuore della riflessione transumanista.
4. Emerge la possibilità, e – sosteniamo con forza – la desiderabilità, di superare l'evoluzione per selezione naturale, guidata dal cieco caso, e di approdare a un nuovo tipo di evoluzione, auto-diretta e finalistica, guidata dall'intelligenza.
5. Il Transumanesimo non è mera cronaca dell’innovazione tecnologica, né acritica apologia del cambiamento fine a se stesso, ma intende guidare in modo etico il progresso scientifico e tecnologico affinché sia funzionale alla nuova fase dell'evoluzione umana, caratterizzata dalla triade superintelligenza, superlongevità e superabbondanza.
6. Siamo consapevoli di come il passaggio all'evoluzione autodiretta non sia esente da rischi, che pertanto vanno attentamente considerati e pubblicamente discussi. A questo proposito, risulta imprescindibile una conoscenza scientifica di base, ampiamente diffusa nella società, affinché la discussione possa essere il più possibile informata.
7. I possibili rischi devono essere valutati con estrema attenzione e attivamente prevenuti (perché non ogni cambiamento implica progresso), ma non in una prospettiva paralizzante (perché ogni progresso implica cambiamento). È necessario basarsi su un approccio non precauzionale ma proattivo, eticamente responsabile ma non proibizionista, per affrontare al meglio il cambiamento radicale che ci aspetta.
8. Il Transumanesimo si pone quale baluardo culturale di fronte agli attacchi neo-oscurantisti dei fondamentalismi ecologici e religiosi, che vorrebbero la sottomissione dell'uomo a presunti limiti imposti dall’ordine naturale o dalla volontà divina.
9. Il Transumanesimo rappresenta il fronte avanzato dell’Umanesimo – e per questo rifiuta categoricamente qualunque tendenza anti-umanista, tecnofobica o tecnofila che sia – e si fonda su un approccio eminentemente scientifico e razionale, aperto al dialogo con tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’umanità.
10. La comune appartenenza alla grande famiglia umana – allargata a esseri umani potenziati, intelligenze artificiali, animali eventualmente potenziati, ecc.: tutti futuri figli dell’intelligenza umana – lungi dall'essere negata, va al contrario enfatizzata, così da preservare l'unità morale della Nuova Umanità, anche a fronte dell'inevitabile rottura, prima o poi, dell'unità biologica.
11. Il Transumanesimo, in quanto eticamente attento ai principi di uguaglianza e solidarietà, rifiuta una società di tipo esclusivamente individualista, in cui l'accesso alle nuove tecnologie dipenda dalle disponibilità economiche individuali, e dove la scelta del se e come potenziarsi derivi, esclusivamente e senza alcun tipo di regolamentazione, da una scelta di tipo individuale.
12. Il Transumanesimo, in quanto eticamente attento ai principi di libertà e autodeterminazione, rifiuta una società di tipo organicista e gerarchico, in cui le scelte siano demandate ai vertici, i ruoli siano rigidamente fissati su base biologica, e in cui l'individuo, privato del suo intrinseco valore, sia ridotto a semplice ingranaggio all'interno del meccanismo sociale.
13. Qualunque scenario in cui all’individuo non sia riconosciuto lo status di soggetto (fine), e sia nuovamente ridotto a semplice oggetto (mezzo), non solo va rifiutato per le sue conseguenze, ma va anche considerato come strutturalmente incompatibile con i principi transumanisti.
14. Sosteniamo un modello di società che rispetti la dignità e l'autonomia di ogni forma di vita autocosciente, e riteniamo che debba essere garantito un accesso universale ai vantaggi derivanti dalle tecnologie.
15. Futuri interventi sulla linea germinale o tecniche di ibridazione uomo-macchina non potranno essere lasciati né al totale arbitrio del singolo individuo (sulla base di un individualismo estremo) né al totale arbitrio della singola comunità (sulla base di un comunitarismo estremo). Andranno invece elaborate linee guida a livello sovranazionale che siano vincolanti per individui e per comunità.
16. Il Transumanesimo è fautore del benessere di tutti gli esseri senzienti, e riconosce l'uguaglianza e la libertà di tutte le forme di vita autocoscienti.
Due articoli ripeto qui, il 10 ed il 13, in quanto li ritengo fondamentali:
10. La comune appartenenza alla grande famiglia umana – allargata a
esseri umani potenziati, intelligenze artificiali, animali eventualmente
potenziati, ecc.: tutti futuri figli dell’intelligenza umana – lungi
dall'essere negata, va al contrario enfatizzata, così da preservare l'unità morale della Nuova Umanità, anche a fronte dell'inevitabile rottura, prima o poi, dell'unità biologica.
(...)
13.
Qualunque scenario in cui all’individuo non sia riconosciuto lo status
di soggetto (fine), e sia nuovamente ridotto a semplice oggetto (mezzo),
non solo va rifiutato per le sue conseguenze, ma va anche considerato
come strutturalmente incompatibile con i principi transumanisti.
Ed apprezzo moltissimo la piccatissima risposta del transumanista Tommaso Tosi al reazionario sito ProVita, risposta che potete leggere in [26] - trovare una persona che spiega pubblicamente al Cardinal Bagnasco che cosa NON ha capito del Libro della Genesi non ha prezzo.
Sono molto contento che il transumanesimo sia visto come fumo negli occhi dalla gerarchia cattolica, anche se c'è un autore transumanista, Frank Jennings Tipler [27], che si ispira al gesuita Pierre Teillard de Chardin [28a, 28b, 28c], autore scomodo ma "ortodosso", il che fa pensare che la situazione possa cambiare.
L'ebraismo non ha una gerarchia che si impone a tutti i fedeli, anche se le varie denominazioni hanno degli organi legislativi le cui deliberazioni non possono essere ignorate dai loro aderenti; la maggior parte degli autori che ho trovato in Internet è contraria al transumanesimo - l'esempio più intelligente mi pare quello di Jake Moroshek [29], il quale ritiene lodevole costruire organi bionici, ma non l'eugenetica positiva, l'aumento delle capacità cognitive con l'impianto di chip, la creazione di intelligenze artificiali dotate di volontà autonoma, e di nuovi esseri senzienti - tutte cose che significano per lui (e per i passi biblici e talmudici che cita per ricondurre i problemi nuovi a problemi passati) usurpare il ruolo divino.
In [30] si affronta la possibilità di una vita fuori dal corpo, e si afferma che l'unico pensatore ebraico che avrebbe potuto apprezzarla sarebbe stato Maimonide, che non concepiva la risurrezione dei corpi come il ricongiungimento letterale del corpo all'anima, ma come il ricevimento di un corpo di diverso tipo, capace di durare in eterno - come potrebbe essere per noi la macchina virtuale di un computer.
L'autore vuole onestamente (e rabbinicamente) riconoscere l'esistenza di un pensatore autorevole che potrebbe dissentire da lui, ma la sua conclusione è comunque negativa: il corpo si deve curare, si può migliorare, ma non si può sostituire.
Idem in [31]: l'autrice riconosce che il transumanesimo deriva dall'apocalittica e dall'escatologia ebraica (e poi cristiana), ma il plauso per le biotecnologie (clonazione compresa) diventa disapprovazione per la possibilità di sostituire il corpo umano con un altro substrato.
Ciononostante, nel transumanesimo (come anche in molti movimenti utopistici - il più noto è stato il marxismo) c'è una percentuale di ebrei superiore a quella nella popolazione generale; un articolo interessante (ma non all'altezza dei precedenti detrattori che ho citato) sul tema è [32], che cerca di ricondurre il transumanesimo ai suoi antecedenti ebraici, e tratta di come esso potrebbe realizzare alcune aspirazioni dell'ebraismo.
Personalmente, credo che la chiave stia nella qabalah: se le anime dell'uomo possono reincarnarsi [33] (e non necessariamente in un corpo umano [34]! Alcuni ebrei ne traggono una motivazione per diventare vegani [35]!), significa che non è il corpo fisico a garantire l'individualità della persona, anche se è essenziale per una vita ebraica piena (reincarnarsi in un animale è considerato un bel guaio, perché il corpo di un animale non dà molte possibilità di compiere atti che possano elevare spiritualmente chi vi si è reincarnato).
Louis Jacobs, in [33], dice che secondo Gershom Scholem il concetto di tzelem = immagine serve ai cabalisti per spiegare come l'individualità si mantenga pur trasmigrando da un corpo all'altro; da come viene descritto in [36, 37, 38], però, sembra una traduzione ebraica del concetto aristotelico di anima forma corporis = l'anima è la forma del corpo, in quanto lo tzelem (detto anche guf ha-daq = corpo sottile) plasma il corpo fisico come uno stampo, e racchiuderà la/le anima/e dell'essere umano dal concepimento fino all'oltretomba.
Da quello che capisco, lo tzelem deve per forza cambiare perlomeno forma da una reincarnazione all'altra (perché diversi sono i corpi che plasmerà), oppure ogni incarnazione riceve un diverso tzelem, e l'individualità risiede altrove.
In ogni caso, una qabalah transumanistica deve comunque superare questa concezione antropomorfa dello tzelem.
Raffaele Yona Ladu
Orgogliosamente ebre* ed Aspie.