venerdì 14 ottobre 2016

Una dottrina cabalistica dell'Eucarestia?






Molti ebrei (non tutti!) credono nella reincarnazione come parte delle dottrine cabalistiche (che non tutti ritengono divinamente ispirate), ed anche nella forma cabalistica la reincarnazione prevede che una persona possa reincarnarsi in un'animale.

Se questo accade, è un grosso guaio, in quanto non solo significa che è stata commessa una grave trasgressione che ha fatto scendere l'anima del reincarnato sotto il livello umano, ma inoltre il corpo di un animale non dà le stesse possibilità di compiere atti (mitzwot, al singolare mitzwah) che elevino l'anima (nefesh) di un corpo umano.

Che succede però se un essere umano (con anima umana) uccide un animale (con anima umana!) e se ne ciba? L'umano non è reo di omicidio - ha ucciso un animale, non un essere umano, ed anzi all'anima reincanatasi dentro l'animale fa un grande favore.

Infatti l'umano non assorbe solo la carne, ma anche l'anima dell'animale, e se usa l'energia portatagli dalla carne ingerita per una particolare mitzwah, il suo merito viene condiviso con l'anima che dava vita a quella carne.

Si narra che rav Yehuda Hirsch di Strettana (19° Secolo EV), prima di diventare appunto rabbino, fosse uno shokhet = macellaio rituale, e macellava con intenzione (kawanah) tanto pura, che stormi di colombe selvatiche andavano ad offrire il loro collo al suo coltello. Rav Ya'aqov Yitzchaq Horowitz, il "Veggente di Lublino", quando vide il miracolo, pregò il maestro del macellaio, rav Urele di Streslik, di farne un rabbino.

Ma rav Urele rifiutò, dicendo che in quelle migliaia di colombe c'erano anime di persone che dovevano reincarnarsi, ed il fatto che venissero a stormi da reb Yehuda per avere la loro occasione voleva dire che questo era il suo compito santo. Quando le colombe smisero di recarsi da reb Yehuda, rav Urele interpretò che il compito era finito, ed era ora che il macellaio diventasse rabbino.

E prima ancora si narrava che rav Yitzchaq Luria parlasse con le anime umane reincarnatesi negli animali, e che alcuni maestri chassidici fossero implorati dalle anime dagli animali che stavano per essere macellati perché la loro carne fosse usata per una mitzwah particolare, consentendo così a loro di reincarnarsi in forma umana.

Vuol dire questo che i chassidim erano tutti e sempre dei carnivori voraci e "professionali"? No: di uno di loro si narra che gli era passata la voglia di mangiar carne, e gli fu comunicato in sogno che ciò era accaduto perché il suo compito di elevare le scintille (nitztzot) di santità presenti nella carne era terminato - il chassid in questione divenne pertanto vegetariano.

Ed un argomento chassidico per il vegetarianesimo è che, via via che si avvicina l'era messianica (siamo nell'anno ebraico 5777; in teoria dovrebbe arrivare nel 6000), la necessità di elevare codeste scintille diminuisce, e quindi mangiar carne diventa sempre meno necessario.

Questa dottrina - che l'anima di chi mangia eleva quella di chi è mangiato - presume che chi mangia abbia già un livello spirituale assai elevato; se non è così, il rischio è invece che il confronto sia vinto dall'anima di chi è mangiato, che abbassa verso il suo livello l'anima di chi mangia.

E questo, così argomentano i cabalisti, motiva la massima del Talmud [bPesachim 49b] per cui l'ignorante non deve mangiar carne, mentre lo studioso della Torah può farlo; se la giustificazione halakhica è che l'ignorante può violare inavvertitamente le regole della kashrut, ben conosciute invece dallo studioso della Torah, la giustificazione cabalistica è che l'incontro tra l'anima dell'ignorante e quella dell'animale può nuocere ad entrambi - l'animale perde l'occasione di elevarsi, l'ignorante si abbassa.

Ed all'animale può capitare pure di peggio: secondo rav Nissim Mindel, citato in [2], se uno mangia un pollo, e con l'energia datagli dal pasto compie una malefatta, al momento del Giudizio l'anima del pollo gli rinfaccerà davanti al Tribunale Celeste: "Con che diritto ti sei preso la mia vita? Per rendermi complice di un crimine che altrimenti non avrei commesso?"

Il danno è per entrambi in questo caso, e tutto questo, secondo l'autore di [2], consiglia grande prudenza nel mangiare carne. E quando dice che i moderni allevamenti industriali sono l'ambiente meno propizio per sviluppare la kawanah = intenzione necessaria ad elevare anime e scintille, sfonda purtroppo una porta aperta.

Non può mai capitare che nel cibo ci sia un'anima di qualità superiore a quella di chi lo mangia? La qabbalah non prevede questo caso, ma la lacuna, se colmata, potrebbe dare origine ad una dottrina cabalistica dell'eucarestia.

Certo, la prima attestazione di una credenza nella reincarnazione tra gli ebrei risale, secondo [3], ai caraiti (8° Secolo EV) ed a Sa'adia Gaon (9° Secolo EV - egli però la respingeva); e le dottrine della reincarnazione e delle scintille di santità da elevare qui citate si trovano nel pensiero di Yitzchaq Luria e Chayim Vital (16° Secolo EV), mentre il Nuovo Testamento ed i dogmi cristologici sono molto più antichi (1°-5° Secolo EV), ma vale la pena indagare, partendo magari da un altro passo talmudico citato in [4], bBerachot 40a.
Il frutto che Adamo mangiò [dall'Albero della Conoscenza del Bene e del Male] era grano [dacché il grano illumina una persona].
Quella che doveva essere una bazzecola conclusiva è diventato materiale per l'ulteriore articolo che trovate in [5] - vi prego di leggerlo.

Preciso che questi articoli li scrive l'Asperger molto interessat* a giocare con le idee, più che l'ebre* a cui una nuova forma di qabbalah cristiana interessa poco. Però, perché non provare a svilupparla?

Raffaele Yona Ladu
Orgogliosamente ebre* ed Aspie

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