sabato 14 gennaio 2017

Kenneth Zucker, transfobico






Il 12/01/2017 la BBC ha trasmesso un documentario sui bimbi transgender, che comprende un’intervista al controverso Dott. Kenneth Zucker, che ha perso il posto dopo aver gestito per anni a Toronto, in Canada, una clinica che cercava di dissuadere i bimbi transgender dall'adottare un'identità trans.

I link [1, 2] sono stati pubblicati prima della trasmissione, il link [3] dopo.

Il link [1] dice che egli sostiene che molt* bambin* transgender siano in realtà autistic*, e questo mi obbliga a rispiegare quello che ho già scritto in questo blog: non è scritto da nessuna parte che solo i neurotipici possano essere transgender.

L’essere autistici non squalifica nessuna persona transgender, e non è una controindicazione alla transizione. Al massimo impone al “gatekeeper”, cioè al professionista che deve autorizzare la transizione, cautela supplementare perché la transizione potrebbe non risolvere i problemi della persona.

Ma quanti sono gli autistici tra i bambini che soffrono di disforia di genere? Meno del 25%. Abbastanza per chiedersi se ci sia un legame tra autismo e disforia di genere, del tutto insufficienti per ridurre la disforia di genere all’autismo.

Kenneth Zucker non dice quindi niente di nuovo. Nemeno quando dice: “Un bambino di quattro anni dice di essere un cane – che fai, esci e gli compri cibo per cani?”

Aristotelicamente parlando, gli si può tranquillamente rispondere che la differenza tra l’uomo ed il cane è di specie, quella tra l’uomo e la donna di tipo [A, B]. Non si può cambiare specie, si può cambiare tipo.

Che un bambino assegnato alla nascita al sesso maschile si dichiari crescendo una bambina è verosimile, che un bambino si dichiari un cane è palesemente insensato.

Che la differenza tra uomini e donne fosse di tipo e non di specie era pacifico [B] nella filosofia occidentale (Aristotele) e nella teologia cristiana (Tommaso d'Aquino) fino al 1930, quando la prima operazione di “conferma del genere”, che fece di una persona assegnata alla nascita al sesso maschile una donna, spaventò molte persone, tra cui la filosofa nata ebrea e convertita al cattolicesimo Edith Stein, che sentenziò nel 1932 che la differenza tra uomo e donna non andava considerata di tipo (appunto perché si può transizionare da un tipo all’altro) ma di specie (e quindi insuperabile).

Paradossalmente, io faccio la figura della persona attaccata alla filosofia più antica e sperimentata, mentre Kenneth Zucker ed Edith Stein degli imprudenti innovatori che cercano di puntellare la loro visione del mondo con teorie pericolose [A].

Raffaele Yona Ladu Âû
Ebre* gendervague


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