[2] Why We Call Them Intercultural Weddings: A Secular Humanistic Jewish Approach
L'ebraismo, fin dai tempi di Esdra, ha sempre avversato i matrimoni misti, vedendoli come veicolo di assimilazione per il coniuge ebreo, e non riconoscendo loro alcun valore giuridico - la soluzione prevista per questi casi è la conversione del coniuge non ebreo all'ebraismo.
A questo aggiungiamo l'islamofobia di molti ebrei, i quali vedono nei mussulmani dei nemici giurati dello stato d'Israele, anziché persone come tutte le altre, e capiamo perché è stato pubblicato l'articolo [1] su Kolot, un sito ebraico ortodosso in religione, e conservatore in politica.
Mi sento obbligato a rispondere: la prima ovvietà è che l'articolo parla di una situazione (il matrimonio di un mussulmano con una cristiana) che è molto diversa da quella del matrimonio di un*ebre* italian* con un* cristian* italian*: poiché la maggior parte dei mussulmani italiani sono cittadini extracomunitari, penso che la variabile che spiega di più gli scoraggianti risultati sia la differenza di nazionalità, più che quella di religione.
Oltretutto, mentre per molti stranieri (mussulmani e non) sposare un*italian* può essere il "bingo" che permette di ottenere la cittadinanza UE, e questo può indurre a matrimoni d'interesse che alla lunga si sfasciano, è assai raro che questo succeda in un matrimonio tra un*ebre* ed un* cristian*.
Posso ammettere che ci siano dei mariti mussulmani di origine straniera più maschilisti di quanto le loro mogli cristiane italiane siano disposte a tollerare, ma sarebbe un grave pregiudizio ritenere che questa sia una regola generale.
Il maschilismo è una malattia che colpisce anche molti uomini italiani, e nessuna religione vaccina contro questo. Tutte le donne che vogliono sposarsi devono accertarsi che il loro marito sia meno maschilista del sopportabile - qualunque sia la religione e la nazionalità di lui.
Anch'io vivo un "matrimonio misto": io mi identifico come ebreo, mia moglie come cristiana. Ma preferisco chiamare il mio matrimonio "interculturale" (vedi [2]), ed attribuire i problemi che ci sono non alla differenza di religione, ma ad altre questioni, tra cui la crisi economica, che non risparmia nessuno in questo paese.
Raffaele Yona Ladu
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