martedì 10 febbraio 2015

Più difficile sposare una persona non-ebrea che una del proprio sesso

[1] Same-Sex Interfaith Couples Face Roadblock to Marriage in Judaism

[2a] SHJ: Marriage

[2b] AHR: Intermarriage

[2c] AHR: Co-officiating at Wedding Ceremonies

[2d] Society for Humanistic Judaism Supports Marriage Rights of Same-Sex Couples

L'articolo [1] spiega che negli USA alcune denominazioni ebraiche teiste (che cioè affermano l'esistenza di Dio) si sono trovate nella curiosa situazione di celebrare matrimoni tra persone del medesimo sesso (e di riconoscere pure la transizione di sesso compiuta da transgender e transessuali), ma non di celebrare matrimoni misti, tra ebrei e non-ebrei.

Il problema riguarda i riformati, i conservatori, i ricostruzionisti (questi ultimi però si limitano a non ammettere al loro seminario rabbinico ebrei sposati con non ebrei, ed è un divieto che potrebbe essere presto abrogato); gli ortodossi invece mantengono ambo i divieti - divieto di matrimonio misto e divieto di matrimonio omosessuale.

Non approvo questo divieto, anche se cerco di spiegarne le ragioni: vivere una vita ebraica e dare ai figli un'educazione ebraica non è facile se il proprio coniuge, non essendo ebreo, non collabora, e le denominazioni che non celebrano matrimoni misti temono che ognuno di questi matrimoni segni la fine di una famiglia ebraica.

Va anche detto che la pratica è più accomodante dei principi: in molte comunità, anche ortodosse, ci sono molte famiglie miste, ed anche se si sono sposate in municipio (in Italia) o dal giudice di pace (in America), le comunità ebraiche di competenza cercano di mantenere i contatti con loro e di coinvolgerle nella vita comunitaria. Ed i casi di famiglie che si sono divise od amicizie che si sono rotte perché un* ebre* ha sposato un* non ebre* appartengono ormai al passato.

Certo, è comunque spiacevole non poter partecipare alle elezioni per il consiglio direttivo, oppure il non poter candidare i propri figli al rabbinato, anche se eccellono per cultura e pietà.

L'ebraismo umanista parte da altri presupposti: non ritiene la sopravvivenza dell'ebraismo più importante della qualità della vita delle persone, chiama i matrimoni tra ebrei e non ebrei "matrimoni interculturali", e si è attrezzato per celebrarli, qualunque sia il genere dei partner.

Come potete vedere in [2a], [2b], [2c], [2d], i rabbini umanisti sono tenuti a celebrare anche questi matrimoni, magari insieme con un celebrante civile oppure un ministro del culto, se uno dei partner vuole che tale matrimonio abbia anche valore civile e/o religioso.

Queste cerimonie sono attentamente personalizzate, per rispettare ed esprimere il retaggio culturale di entrambi i nubendi.

Del resto, tutti i matrimoni sono "interculturali", in quanto i nubendi vengono da diverse famiglie, diverse tradizioni, ed hanno avuto diverse esperienze - non è che l'essere entrambi della medesima religione o del medesimo genere diminuisca la diversità tra i due!

Raffaele Yona Ladu

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